3 maggio 2021 Recovery Plan, che delusione

 Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, agli occhi del Partito Moderato d’Italia, è deludente e non all’altezza dei problemi che l’Italia dovrà affrontare d’ora in avanti.

Innanzitutto, leggendo il Piano si ha l’impressione che questo testo sia stato scritto da persone che vivono in un universo parallelo in cui la pandemia è stata sconfitta definitivamente e da domani può iniziare il “dopoguerra”. Sappiamo purtroppo che la realtà non è questa: la campagna vaccinale procede a rilento, nuove varianti emergono ogni mese.

Notiamo quindi con rammarico come al capitolo “Salute” siano riservati finanziamenti ridicoli rispetto al resto del Piano, quando a nostro avviso le imperdonabili crepe che il nostro sistema sanitario ha dimostrato da inizio crisi ad oggi, e l’urgenza di una pandemia ancora in corso, avrebbero dovuto mettere la Salute al primo posto, se non altro per rispetto ai 120000 morti di Covid nel nostro Paese, la cifra più alta nell’Unione Europea. Eseguire più tamponi per recuperare il tracciamento della pandemia, valorizzare i medici di base affinché possano curare i pazienti prima che la malattia peggiori, in modo da allentare la pressione su ospedali e terapie intensive, avrebbero dovuto essere priorità imprescindibili.

Inoltre è sufficiente parlare con qualunque cittadina o cittadino per capire che la principale aspettativa che gli italiani hanno da questo Piano riguarda il come far ritornare alla normalità le nostre imprese, le nostre finanze personali, le nostre vite. E invece non una parola in queste 337 pagine viene spesa per il milione di italiani in più che si trovano in povertà assoluta da inizio crisi ad oggi, solo vaghi riferimenti alla necessità di riformare il welfare, non una parola su come affrontare le centinaia di crisi societarie bloccate al MISE, dall’ex Ilva all’Alitalia alla Whirlpool all’Embraco, per non parlare di tutte quelle realtà più piccole che al MISE neppure approdano.

Mentre migliaia di imprese chiudono, neppure una parola in questo testo viene dedicata alla questione del diritto fallimentare. Questo è davvero sorprendente, dato appena a dicembre scorso Mario Draghi ha co-firmato assieme al “Gruppo dei 30” un’ottima relazione su come far ripartire l’economia mondiale post-Covid in cui si discuteva, tra le altre cose, la necessità imprescindibile di mettere mano al diritto fallimentare per evitare che i guai di un’azienda in crisi si scarichino ingiustamente sui fornitori, creando un’economia di “aziende zombie” in perpetua crisi di liquidità ed incapaci di sostenere una ripresa. Il minimo che il Partito Moderato d’Italia si aspettava, quando ha definito Mario Draghi “la miglior scelta in questo momento per la Presidenza del Consiglio”, era che queste giuste raccomandazioni scritte in inglese venissero semplicemente tradotte in italiano ed incorporate in questo Piano. Purtroppo questo non è stato fatto.

Allo stesso modo non vi è traccia su come mettere al riparo il potere d’acquisto degli italiani dalla valanga inflazionaria che si abbatterà sull’Italia e sul mondo intero nel medio periodo, a causa dei fortissimi aumenti dei prezzi delle materie prime, e nell’impossibilità da parte delle Banche Centrali di risolvere il problema alzando i tassi d’interesse. Vogliamo augurarci che la professionalità ed esperienza del Presidente del Consiglio possano servire all’Italia per affrontare il problema per tempo.

Non c’è neppure alcun riferimento alla necessità di diminuire la pressione fiscale per le imprese, e solo una vaga promessa di diminuire l’Irpef “gradualmente”.

Venendo ai capitoli Giustizia e Pubblica Amministrazione, salutiamo con favore la volontà di effettuare riforme con obiettivi che vanno nella giusta direzione. Tuttavia è da troppi anni che l’Italia attende queste riforme, e riteniamo che sarebbe stato assai più onesto sia nei confronti dei cittadini, sia nei confronti delle istituzioni europee, esplicitare queste riforme in dettaglio, mettendo mano al cuore del problema, che nella Pubblica Amministrazione è dato dalla responsabilità di chi firma contratti e fa acquisti (come abbiamo visto nella disastrosa gestione del commissario Arcuri) e nella Giustizia è dato dalla promiscuità fra magistrati e politica (come abbiamo visto nel vergognoso “caso Palamara”). I vaghi obiettivi indicati in questo Piano, da implementare con future riforme, non sono purtroppo all’altezza di ciò che l’Italia ha bisogno ora.

Il Partito Moderato d’Italia ritiene quindi che questo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sia assolutamente inadeguato.

3 Maggio 2021

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