QN Quotidiano Nazionale – 3 Maggio 2020 LETTERA N. 2 Covid-19 DPCM del 26/04/2020 – Al Presidente del Consiglio e p.c. al Presidente della Repubblica

Illustrissimi Presidenti,

con sconcerto ho visionato il DPCM del 26/04/2020.

Volendo sorvolare sull’intero contenuto dello stesso dal momento che sulle testate giornalistiche sono ben evidenti le numerose critiche che ha saputo attirarsi, preferisco concentrarmi sul settore moda (abbigliamento, calzature e accessori).

Era ormai comune opinione che dal 4 maggio fosse pensabile la riapertura dei punti vendita al dettaglio; non essendo stato così gradiremmo oggi ricevere una spiegazione dal Presidente del Consiglio e dagli esperti in merito al come sia possibile prevedere per i cittadini il recarsi presso supermercati, negozi di alimentari, librerie e cartolibrerie garantendo le condizioni di necessaria sicurezza, escludendo invece la medesima opportunità per negozi di abbigliamento e calzature.

A opinione dei virologi i rischi previsti non sono forse gli stessi? Lo slittamento di poche settimane non risolve nulla appurato che tamponi e test dovrebbero essere effettuati su tutta la popolazione e non solo su chi presenta sintomi, procedura al momento non attuabile.

Appare ormai chiaro che una convivenza con il virus sia inevitabile fino almeno all’arrivo di un vaccino: ci sarà sempre il rischio di nuovi focolai su cui il servizio sanitario nazionale dovrà intervenire rapidamente.

Al contrario, si riscontra che dal 4 maggio è  autorizzata la riapertura delle attività di vendita all’ingrosso anche nel nostro settore: se permane però la chiusura dei negozi e il divieto dei mercati di settore, a cosa può servire questa apertura anticipata rispetto al settore retail?

Se ci si interroga inoltre su quali siano i comportamenti più corretti da tenersi per il futuro, per rispondersi basterebbe guardare l’esempio che attualmente offre la Cina, ossia coloro che ci hanno regalato il virus: tutti girano con la mascherina e viene mantenuta costantemente la distanza di sicurezza fra le persone.

Non ci sembrava così necessario interpellare tanti virologi, i quali forse avrebbero dovuto invece intervenire tempestivamente sin dall’insorgere dell’epidemia, evitando di portare il nostro Paese ad essere il peggiore al mondo in termini di tasso di mortalità per Covid-19 (morti/popolazione).

Ci stiamo convincendo che la nostra classe politica non abbia ben afferrato che imponendo una riapertura così avanzata si porta inevitabilmente la nostra economia verso la distruzione di tanti settori importanti per l’industria e il commercio italiano.

Molti clienti stanno ormai avanzando pretese di annullamento totale di ordinativi in corso.

Prevedendo l’inevitabile disastro che da questo ne deriverà per l’universo dei contratti di compravendita di merce, il Governo avrebbe dovuto intervenire con nuove normative  per disciplinare  le merci bloccate nei magazzini oppure dagli spedizionieri dal DPCM di Marzo, e anche disciplinare il “ritardo inevitabile” di consegna.

Sarebbe opportuno che uno stimato avvocato e docente di Diritto Privato come il Presidente del Consiglio, insieme al suo team di esperti, considerasse questo aspetto.

Elvio Silvagni


3 Maggio 2020
QN Quotidiano Nazionale

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