QN Quotidiano Nazionale – 25 Aprile 2020 LETTERA N. 1 Covid-19 – Al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio

Illustrissimi Presidenti,

la nostra famiglia da più di quarant’anni opera nel settore calzaturiero.

Nel  perdurare dell’emergenza coronavirus desideriamo evidenziare la totale assenza di considerazione in questo momento per un settore importantissimo per l’Italia quale quello manifatturiero, ed in particolare per tutto quello che riguarda l’universo dell’abbigliamento e degli accessori moda, fra cui proprio le calzature.

Le nostre produzioni sono strettamente legate alle tempistiche stagionali: il consegnare fuori tempo rispetto a questi termini comporta inevitabilmente un notevole deprezzamento del prodotto.

Se si considera poi che attualmente i nostri magazzini sono pieni di merce invenduta che non verrà ritirata dalla clientela, è facile dedurre quale sarà il grave peso economico che ne deriverà per noi e per tutto il Paese.

Osservando le nostre zone industriali è possibile riscontrare che il 55% circa delle aziende sono operative mentre il 45% ha subito la sospensione dell’attività: in termini di rischio di contagio questa condizione si traduce nell’impossibilità di bloccare totalmente la diffusione del virus.

I dati che tuttora ci pervengono giornalmente possiedono un basso grado di precisione se si tiene conto che, causa scarsità, i tamponi vengono fatti solo a chi ha evidenti sintomi e il numero dei morti fornito tiene in considerazione solo chi era risultato positivo al tampone.

E’ quindi difficile capire se quanto dichiarato dagli esperti, che tendono a ribadire un miglioramento nell’andamento della curva, è attendibile come dato effettivo.

Riguardo agli interventi pubblici finanziari, si evidenzia quanto l’impegno dello Stato a garantire i 750 miliardi promessi quale “leva” all’economia nazionale siano in verità coperti solo da un’esigua disponibilità messa a disposizione dal Governo: il meccanismo che si verrebbe ad innescare potrebbe infatti dare problemi nel lungo periodo in caso di numerose insolvenze.

Una “leva” può essere in grado di sollevare il peso ma il peso resta sempre quello in origine; in assenza di stanziamenti veri non si produrrà nessun effetto.

Sarebbe stato forse più opportuno avanzare un impegno più contenuto destinandolo alle sole aziende chiuse e, come tali, più in forte difficoltà rispetto ai settori attivi, che oggi stanno registrando una netta crescita e non necessiterebbero di nuove possibilità di finanziamenti.

E’ importante in questa fase che il sistema bancario acconsenta a concedere prestiti proprio a quelle imprese più in crisi e che più ne manifestano una disperata necessità.

 In ultimo, poniamo una riflessione sulla task force di 17 esperti nominati dal Governo recentemente incaricata di predisporre le linee guida per affrontare la fase 2 nella gestione dell’emergenza: ci si domanda se il suo ruolo sia in realtà quello di de-responsabilizzare la politica, altrimenti quale sarebbe la funzione dei vari ministri e viceministri dal momento che vengono sollevati dall’onere di decidere per le loro competenze?

 Le misure di sicurezza attuate a oggi, fra cui la distanza fra le persone e l’utilizzo dei dispositivi, sembrano funzionare e si è registrata una buona collaborazione da parte della popolazione: a questo punto sensibilizziamo affinché si riaprano tutte le attività e venga meno il blocco della mobilità per i cittadini, e si eviti di porre ai vertici troppe persone, che rischierebbero solamente di complicare l’iter decisionale.

Questi passi sono divenuti ormai indispensabili per evitare la possibilità concreta di un default totale dell’Italia.

Elvio Silvagni


25 Aprile 2020
QN Quotidiano Nazionale

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