Dopo tutti gli errori commessi nella gestione del lockdown, riteniamo che le decisioni da Voi prese per gestire la “ripartenza” siano perfino disastrose. Purtroppo tali decisioni hanno provocato il collasso della nostra economia.
Non entriamo qui nel merito delle misure sanitarie imposte agli italiani (ne abbiamo già parlato nelle precedenti 6 lettere che abbiamo scritto). Tuttavia, fa rabbia osservare l’autostrada a 6 corsie per l’invasione del nostro Paese che si è aperta con il “decreto regolarizzazione”. Fa rabbia notare come si consenta agli immigrati clandestini di violare le misure di quarantena, in spregio al buon senso, alle nostre leggi ed alla salute dei cittadini. Tutto questo senza che ci sia alcuna visione strategica riguardo ai rapporti con la Libia.
E’ davvero scandalosa la Vostra totale incompetenza in materia di politica estera. A Misurata l’ospedale italiano è stato fatto sgomberare dall’aeroporto, mentre il porto cittadino ospita da qualche giorno una base militare navale turca. E’ sconcertante constatare l’incapacità del governo italiano di riconoscere e affrontare la grave minaccia al nostro Paese rappresentata dall’aggressività espansionista ed iper-nazionalista del regime turco. La Turchia sarà infatti sempre più in grado di ricattare l’Italia e l’Europa sulle questioni energia ed immigrazione.
Riguardo all’Europa, i nostri partner europei ci chiedono giustamente “riforme in cambio di aiuti”. Senza cambiamenti radicali nella giustizia, nella burocrazia e nella pubblica amministrazione sarà impossibile realizzare progetti davvero utili per il Paese con i fondi del Recovery Fund. La vostra bozza di disegno di legge prevede infatti una marea di nuovi enti, nuove regole e persino proposte assurde quali la “mappatura di Posidonia oceanica”. Queste proposte altro non sono che spesa corrente improduttiva, e rientrano senza alcun dubbio nel “debito cattivo” di cui ci ha parlato recentemente l’ex Presidente della BCE Mario Draghi al Meeting di Rimini. Sarebbe molto meglio se questi fondi venissero impiegati in infrastrutture.
A Genova si è ricostruito un ponte crollato, ma tutti gli altri ponti e gallerie delle autostrade liguri versano in un degrado spaventoso. Sulla A14 da Civitanova Marche alla Puglia molti viadotti sono ancora sotto sequestro (stiamo aspettando che crollino?) e intanto si procede con riduzioni di corsia e file interminabili. Lo stesso vale in Toscana sul tratto A1 da Firenze a Barberino. La superstrada E45 è in condizioni pietose, come pure molte infrastrutture siciliane, mentre per recarsi dalla Puglia alla Calabria attraverso la Basilicata occorrono tempi biblici. Utilizzare i fondi europei per riparare le strade, le ferrovie ed i porti sarebbe essenziale per ridare competitività e speranza al Sud.
A proposito di Sud, nel decreto “Agosto” avete previsto uno sgravio contributivo del 30% per le imprese del Mezzogiorno. Siamo perfettamente d’accordo sulla necessità e urgenza di uno sgravio, ma è fondamentale che esso venga esteso solamente a tutte le aziende chiuse nel lockdown. E’ follia pura introdurre una disparità di queste proporzioni fra il costo del lavoro nel Nord e nel Sud del Paese, perché questa disparità getterà le basi per la chiusura di tante aziende, dato che introdurrà inaccettabili distorsioni alla normale concorrenza fra le imprese.
Dispiace vedere come i soldi pubblici investiti nella task force che ha prodotto il “Rapporto Colao” siano stati del tutto buttati al vento senza neppure prendere in considerazione quanto di buono era scritto in quella relazione. Allo stesso modo dispiace osservare le risposte del Governo e dei sindacati al nuovo Presidente di Confindustria, il quale cerca di farVi capire tutte le criticità che dovranno essere affrontate a breve (a partire dal blocco licenziamenti). Senza un rapporto proficuo con tutte le parti sociali, incluse le imprese, si otterranno licenziamenti selvaggi ed incontrollati.
L’Italia sta ancora aspettando la “poderosa potenza di fuoco” di 400 miliardi di euro del decreto liquidità annunciato in pompa magna e a reti unificate lo scorso aprile. Abbiamo visto al massimo dilazioni nel pagamento delle tasse e crediti di imposta, mentre molti decreti attuativi sono scaduti. A molte imprese è stato detto che le risorse promesse per gli sgravi erano finite. Alcune aziende sotto i 5 milioni di euro di fatturato hanno ricevuto un piccolo contributo a fondo perduto assegnato con la lotteria di aprile. Per quanto riguarda le persone fisiche, le erogazioni degli aiuti “una tantum” e della cassa integrazione sono state (e sono tuttora) un incubo.
5 Settembre 2020
QN – Quotidiano Nazionale
6 Settembre 2020
Corriere della Sera